Un perturbante presentimento
Di morte, s’insinua
Tra le maglie.
Cocci spaccati,
A terra, tremendi.
Come masticato
Mi sento agitare, forte
E meditabondo nel buio.
Deludenti saluti ed abbandoni
Fragili, ovunque.
Un dilaniante dolore,
Capace di strozzare e attanagliare
Qualsiasi amore.
Scossa, tuono,
Vibrazioni, è il terremoto.
Tremori precisi e diffusi,
Lampo, ribolle la terra,
S’aprono ogni dove squarci,
Grida chiare, ruvide,
Ferite violente.
È morto, giace atterrato il soffitto.
Tra gli spazi sono stelle.
(Giorgio Pesti)
Verso scarno ma efficace Molto bello il finale
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Grazie, piace molto anche a me personalmente. Se mai dovessi non rispondere ai commenti, tra cui i tuoi spesso si distinguono, sappi che leggo, leggo sempre con piacere
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Mi piace molto il significante sonoro di questi versi, bellissimo lavoro, come sempre
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Grazie davvero
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Bello il finale. La poesia dell’apoetico
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